Lettera229

LETTERA 229 - LUGLIO 2024-AGOSTO 2024

Editoriale:

Il Vangelo riscritto ogni giorno “Siamo l’ultimo messaggio di Dio, in opere e parole”

Autore:

Maria Grazia ed Eugenio Palombo - Responsabili Regione Centro

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Il titolo di questo numero ci ha riportato indietro negli anni settanta quando, giovani pieni di entusiasmo e speranza, percorrevamo le strade delle nostre realtà. Ci siamo incontrati nel servire i fratelli ed è nato in noi il desiderio di essere coppia con Lui, per portarLo agli altri. É di quegli anni il canto Cristo non ha mani testo attribuito a Roul Follerau, o ad anonimo fiammingo, frase che leggiamo anche nel Il quinto evangelio di Pomilio. Permetteteci due citazioni da quest’opera. Nel capitolo “La mappa del cielo” si legge:

- Il re domanda: - A che cosa assomiglia il quinto Vangelo?-. Sidrac risponde: - Assomiglia all’aria, che ovunque si sente e non si vede -.

- Rideva un pagano dei cristiani, perché osservano un sol libro. Ma un santo vescovo gli contò questa novelletta: <>.

Oggi, come allora, siamo cercatori di Dio nel mondo e nel contempo ci impegniamo ad essere testimoni della Sua presenza. Il cammino intrapreso ci fa crescere nella fede e ci conduce per mano alla continua ricerca di… “modalità concrete di contagiare di Dio il mondo”.

L’Evangelii Gaudium sostiene questa esigenza dei credenti di annunciare il Vangelo nel mondo attuale ed essere così i piedi, le mani, i mezzi… l’ultimo messaggio di Dio scritto in opere e parole.

Papa Francesco ci offre un aiuto per affrontare le difficoltà attuali, come commenta bene Aldo Giordano, nunzio apostolico in Venezuela (2014): "È necessario porre i problemi nella loro giusta dimensione, perché quando occupano tutto l’orizzonte non è più possibile affrontarli in maniera adeguata. Si perde la prospettiva, finiscono per determinarci e obbligano il nostro sguardo”. Per questo motivo oggi più che mai.. “abbiamo bisogno di persone che siano capaci di mantenere questo sguardo verso l’orizzonte perché quello è il punto dove la terra incontra il cielo. L’orizzonte che porta luce e novità è quello aperto da Gesù Cristo”.

Nel terzo paragrafo del quarto capitolo Francesco ci offre quattro principi per orientare lo sviluppo della convivenza sociale e per avanzare nella costruzione di un popolo in pace, giustizia e fraternità, in sintesi per la realizzazione del Vangelo. Essi sono: il tempo è superiore allo spazio, l’unità prevale sul conflitto, la realtà è più importante dell’idea e il tutto è superiore alla parte. 

Sottolinea l’importanza di allargare lo sguardo, per riconoscere un bene maggiore che porterà del bene a tutti. Ci invita a lavorare nel piccolo guardando l’orizzonte, a personalizzare la fede rendendoci disponibili ad uscire e seguire uomini e donne che, con tutta la loro umanità, si impegnano a testimoniare “la pertinenza della fede alle esigenze della vita” e magari ad essere noi stessi questi uomini e queste donne.

E qui noi, poveri sposi, ci confrontiamo con questo sogno e ci chiediamo come attuarlo nella vita quotidiana.

Il Papa usa un neologismo che ci dà consolazione: PRIMEREAR e cioè Dio ci precede nell’Amore indicando alla Chiesa il cammino da seguire.

La pastorale della Chiesa invita a concentrarsi sull’essenziale. “Un’individuazione dei fini, senza un'adeguata ricerca comunitaria dei mezzi per raggiungerli, è condannata a tradursi in mera fantasia”.

Nella nostra vita insieme,   ringraziamo Dio di aver incontrato subito il cammino END. Se qualcosa costruiamo, se dei passi facciamo verso Cristo e verso i fratelli, se riusciamo a testimoniare questo qualcosa lo dobbiamo in gran parte all’aiuto che ci viene da questa via: “Le Équipes Notre Dame non impongono ai loro membri una determinata spiritualità: esse vogliono semplicemente aiutarli ad impegnarsi in coppia su questa via tracciata da Cristo” (Carta delle END).

Riteniamo che anche questa sia stata una grande intuizione di padre Caffarel e cioè l’aver indicato un metodo per aiutare le coppie nel cammino verso la santità e quindi nell’impegno di vivere e contagiare con il Vangelo, senza però determinare dall’alto l’ambito o un “fare comune”. Padre Caffarel ci ha evangelicamente indicato di scioglierci come il sale nella minestra, come lievito nell’impasto.

É Dio che ci precede nell’Amore indicando a ciascuno di noi il cammino da seguire.

Nei nostri quarantatré anni di équipe tante volte siamo stati poco fedeli ai punti concreti di impegno, eppure la bontà del desiderio ha superato la debolezza umana ed il Signore non ci ha fatto mancare il Suo Spirito. 

Le modalità profetiche delle END ci aiutano nel discernimento: preghiera, ascolto della Parola, studio, confronto fra noi con direzione spirituale e correzione fraterna che, tradotti in termini propri del movimento, nel cammino d’équipe corrispondono a compartecipazione e messa in comune.

Ogni credente scrivendo il quinto vangelo con la sua vita ci dice: seguite i passi di Cristo nel concreto di ciò che trovate sulla vostra strada.

Nel mondo abbiamo bisogno di pace, giustizia e fraternità; abbiamo bisogno di comunione e la comunione si raggiunge solo partendo da un Altro che la genera, dalla Sua presenza che ci precede e ci mostra il metodo per viverla e far sì che sorga nella nostra società.